Preveggente
Il 6 cilindri 13 litri, nato in contemporanea con la prima serie G (anzi, la seconda: negli anni Ottanta c’era una G che nel ruolo dell’attuale L) conferma nella taratura da 410 CV l’equilibrio riscontrato nelle varianti da 450 e 500 CV provate sugli Scania R ed S. Qui sconta un’aerodinamica non “facile”, perché l’abitacolo compatto copre meno agevolmente la superficie frontale del semirimorchio ed è più dipendente dagli spoiler rispetto agli Scania più grandi. Nonostante ciò e il rapporto al ponte lungo, il G410 è a suo agio sui percorsi impegnativi: tiene bene il passo sulle salite (vedere l’andatura nel test sulla salita Voltri-Turchino) e nelle accelerazioni non si lascia intimidire da modelli più potenti. La velocità media lungo quasi 600 km rivela un’indole atletica, non esuberante; i consumi di gasolio polverizzano quelli del G410 Euro 6 Streamline e del G420 Euro 5 Eev col vecchio 11,7 litri a iniettori-pompa. Il tracciato di prova di tuttoTrasporti non è tenero coi camion di potenza medio bassa, ma la Next Generation si giova di un miglioramento di efficienza anche del cambio - con freno sull’albero secondario - e del regolatore di velocità predittivo, sempre accurato nel gestire l’avanzamento sui percorsi tormentati. Il sistema anticipa l’aumento di velocità derivante da una discesa riducendo l’andatura, per non superare a lungo il valore del limitatore ed evitare la registrazione dell’infrazione sul cronotachigrafo. Inoltre il conducente può selezionare accuratamente il margine di perdita di velocità prima di scollinare. Infine, l’accelerazione è regolata per rendere più frequente intervento dell’eco-roll, la messa in folle in rilascio. La contropartita è il dispendio di AdBlue superiore alla media.
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Il 6 cilindri 13 litri, nato in contemporanea con la prima serie G (anzi, la seconda: negli anni Ottanta c’era una G che nel ruolo dell’attuale L) conferma nella taratura da 410 CV l’equilibrio riscontrato nelle varianti da 450 e 500 CV provate sugli Scania R ed S. Qui sconta un’aerodinamica non “facile”, perché l’abitacolo compatto copre meno agevolmente la superficie frontale del semirimorchio ed è più dipendente dagli spoiler rispetto agli Scania più grandi. Nonostante ciò e il rapporto al ponte lungo, il G410 è a suo agio sui percorsi impegnativi: tiene bene il passo sulle salite (vedere l’andatura nel test sulla salita Voltri-Turchino) e nelle accelerazioni non si lascia intimidire da modelli più potenti. La velocità media lungo quasi 600 km rivela un’indole atletica, non esuberante; i consumi di gasolio polverizzano quelli del G410 Euro 6 Streamline e del G420 Euro 5 Eev col vecchio 11,7 litri a iniettori-pompa. Il tracciato di prova di tuttoTrasporti non è tenero coi camion di potenza medio bassa, ma la Next Generation si giova di un miglioramento di efficienza anche del cambio - con freno sull’albero secondario - e del regolatore di velocità predittivo, sempre accurato nel gestire l’avanzamento sui percorsi tormentati. Il sistema anticipa l’aumento di velocità derivante da una discesa riducendo l’andatura, per non superare a lungo il valore del limitatore ed evitare la registrazione dell’infrazione sul cronotachigrafo. Inoltre il conducente può selezionare accuratamente il margine di perdita di velocità prima di scollinare. Infine, l’accelerazione è regolata per rendere più frequente intervento dell’eco-roll, la messa in folle in rilascio. La contropartita è il dispendio di AdBlue superiore alla media. La cabina G non filtra la rumorosità quanto la R e la prossimità del posto guida alla meccanica si traduce anche in reazioni più secche in corrispondenza delle irregolarità del tracciato, ma in compenso il rollio si azzera e il volante restituisce più fedelmente i movimenti delle ruote.
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Il 6 cilindri 13 litri, nato in contemporanea con la prima serie G (anzi, la seconda: negli anni Ottanta c’era una G che nel ruolo dell’attuale L) conferma nella taratura da 410 CV l’equilibrio riscontrato nelle varianti da 450 e 500 CV provate sugli Scania R ed S. Qui sconta un’aerodinamica non “facile”, perché l’abitacolo compatto copre meno agevolmente la superficie frontale del semirimorchio ed è più dipendente dagli spoiler rispetto agli Scania più grandi. Nonostante ciò e il rapporto al ponte lungo, il G410 è a suo agio sui percorsi impegnativi: tiene bene il passo sulle salite (vedere l’andatura nel test sulla salita Voltri-Turchino) e nelle accelerazioni non si lascia intimidire da modelli più potenti. La velocità media lungo quasi 600 km rivela un’indole atletica, non esuberante; i consumi di gasolio polverizzano quelli del G410 Euro 6 Streamline e del G420 Euro 5 Eev col vecchio 11,7 litri a iniettori-pompa. Il tracciato di prova di tuttoTrasporti non è tenero coi camion di potenza medio bassa, ma la Next Generation si giova di un miglioramento di efficienza anche del cambio - con freno sull’albero secondario - e del regolatore di velocità predittivo, sempre accurato nel gestire l’avanzamento sui percorsi tormentati. Il sistema anticipa l’aumento di velocità derivante da una discesa riducendo l’andatura, per non superare a lungo il valore del limitatore ed evitare la registrazione dell’infrazione sul cronotachigrafo. Inoltre il conducente può selezionare accuratamente il margine di perdita di velocità prima di scollinare. Infine, l’accelerazione è regolata per rendere più frequente intervento dell’eco-roll, la messa in folle in rilascio. La contropartita è il dispendio di AdBlue superiore alla media. La cabina G non filtra la rumorosità quanto la R e la prossimità del posto guida alla meccanica si traduce anche in reazioni più secche in corrispondenza delle irregolarità del tracciato, ma in compenso il rollio si azzera e il volante restituisce più fedelmente i movimenti delle ruote.