Attualità
CARTELLO DEI CAMION Ancora poco tempo per aderire a una class action

Fra due mesi scadono i termini per le richieste di risarcimento. Ma tante aziende non sono ancora informate.
Poco meno di due mesi. Esattamente 29 luglio 2021. È questo il termine ultimo per la presentazione delle richieste risarcitorie contro il famigerato cartello dei camion. Dopodiché scatta la prescrizione. Nel 2016, ricordiamo, la Commissione Europea ha sanzionato con una multa record di complessivi 3,81 miliardi di euro i principali costruttori di veicoli industriali, colpevoli di avere stipulato accordi tra il 1997 e l’inizio del 2011 in violazione della legge antritrust. Daf, Iveco, MAN, Mercedes, Renault Trucks, Scania e Volvo Trucks sono le Case accusate di aver tramato per mantenere illecitamente alti i prezzi dei truck medi e pesanti. Non soltanto, avrebbero anche concordato la "tempistica di introduzione di alcune tecnologie atte a ridurre le emissioni" per rispondere alle normative europee e avrebbero trasferito sui clienti i relativi costi. La MAN è stata la testimone chiave nell'indagine dell'Ue, durante la quale tutti i brand, fatta eccezione per Scania, hanno ammesso le proprie responsabilità.
Indennizzi fino al 25%. Attualmente, secondo le stime, sono circa 30.000 le imprese del Vecchio Continente che hanno intentato causa contro le Case, individualmente o tramite varie class action, per un totale di quasi un milione di camion coinvolti. Il risarcimento può arrivare fino al 25% del valore di ciascun mezzo acquistato (ma anche in leasing o noleggio) più gli interessi, i quali a loro volta possono ammontare anche al 100% del danno vero e proprio. Anche le aziende di piccole dimensioni, per esempio con soli cinque camion, possono dunque vantare richieste danni che vanno fino a 100.000 euro. Si parla complessivamente di circa 10 miliardi di rimborsi. Un processo che coinvolge più di diecimila realtà italiane, per un volume totale superiore ai due miliardi di euro. Con questi numeri si può facilmente intuire come quello in corso rappresenti probabilmente il più grande processo anti-monopolio nella storia dell’Ue.
Ultima chiamata. Tuttavia, quando ormai si avvicina la prescrizione, in molti stati membri mancano all'appello il 50-60% delle imprese, per ulteriori 2,6 milioni di veicoli acquistati nel periodo del cartello. Tra le tante, anche la fondazione olandese Unilegion Truck Claims ha avviato un’azione legale collettiva nei Paesi Bassi e rappresenta già centinaia di danneggiati in Germania, Austria, Francia e Italia. Per comprendere lo stato delle cause e cercare di radunare i ritardatari, a marzo ha intervistato 3.500 imprese edili, industriali e di trasporto. Dall'indagine è emerso che le aziende ben strutturate, con più di 500 dipendenti, in genere si sono già attivate per far valere i loro diritti contro il cartello dei camion. Diversa è la situazione di quelle di dimensioni contenute, che spesso non sono informate o non sanno come partecipare a una class action. La fondazione Unilegion Truck Claims è un'organizzazione non profit istituita proprio per supportare le piccole e medie imprese. L’ostacolo più grande per le cause individuali, infatti, è spesso rappresentato dai costi da sopportare. Nelle class action questo problema viene superato. Chi aderisce non deve accollarsi alcun rischio né spesa. Solo in caso di successo si dovrà riconoscere una commissione, che nel caso della Unilegion è pari al 30% e servirà unicamente a coprire le spese (essendo un'organizzazione senza scopo di lucro non realizza alcun profitto).
Roberto Barone
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