Industria
Intervista a Elio Cavalli (Fiap) "FUORILEGGE PER SOPRAVVIVERE"

È la forte concorrenza, esasperata dall'allargamento Ue, a spingere tanti trasportatori nell
È la forte concorrenza, esasperata dall'allargamento Ue, a spingere tanti trasportatori nell'illegalità. Il caso limite della piemontese Gae.tra.
Una spettacolare operazione di polizia ha portato al sequestro, in Francia, di 15 articolati della Gae.tra., azienda di autotrasporto di Garbagna (No), e all'arresto di un suo dirigente. Le autorità d'Oltralpe sono convinte che l'impresa italiana abbia sfruttato i suoi autisti, prevalentemente polacchi, spingendoli a sostenere ritmi di lavoro altissimi per retribuzioni da fame. I capi d'accusa sono molto pesanti: falso e complicità in falso, messa in pericolo della vita altrui e imposizione a persone deboli di condizioni di lavoro inaccettabili. Insomma, un caso assimilabile a quelli di Willy Betz, Kralowetz e Lkw-Augustin che hanno riempito le cronache dei giornali. Se volete saperne di più leggete "Tuttotrasporti" di luglio che alla vicenda dedica ampio spazio.
Oltre a quanto riportato dalla rivista, sul fenomeno dell'illegalità abbiamo però voluto sentire anche l?opinione di Elio Cavalli, presidente della Fiap, l'associazione che raccoglie numerose imprese di autotrasporto, dalle monoveicolari a quelle che possiedono decine di camion.
"Non potremo mai condividere l'operato di chi reagisce in questo modo alle difficilissime condizioni del mercato, ma non è difficile capirne le ragioni. L'allargamento della Ue sta uccidendo molte imprese che si sentono costrette ad adottare comportamenti sbagliati".
Ritiene che il fenomeno sia diffuso nel nostro Paese?
"Purtroppo sì. L'illegalità sta diventando una strategia di sopravvivenza per molti. La situazione del nostro settore è talmente grave da non lasciar spazio a grandi speranze di rilancio".
Cosa si potrebbe fare?
"Diverse cose. Per esempio controllare seriamente la regolarità dei trasporti. Forse in Francia esagerano, ma almeno la severità è indiscussa e funziona da deterrente".
Non ritiene che la campagna di controlli su strada lanciata dal ministero delle Infrastrutture e dall'ex motorizzazione produca effetti apprezzabili?
"No. Le revisioni su strada che tanto piacciono al sottosegretario Paolo Uggé non incidono sul fenomeno di cui stiamo parlando. Servono solo a far vedere quanto è brava l'ex motorizzazione. Intanto, però, l'irregolarità dei trasporti continua. Ero anch'io favorevole alla riforma del settore, ma auspicavo che essa incidesse sull?origine dell'illegalità e cioè coinvolgesse nella responsabilità delle infrazioni i committenti, in maniera seria e inequivocabile. Che la Polizia sequestri i carichi, poi si vedrà se insisteranno a pretendere tariffe stracciate. Purtroppo si è deciso altrimenti e queste sono le conseguenze".
Lei ha detto che si potrebbero fare diverse cose?
"Certo, ma non con questo Governo che è ormai agli sgoccioli. Col prossimo bisognerà parlare seriamente di ammortizzatori sociali se non si vogliono lasciar girare sulle strade mezzi pericolosi per la collettività. Parecchi padroncini vorrebbero smettere, ma non riescono neanche a vendere i loro camion usati. Non li vuole più nessuno. La crisi è nerissima. Bisogna aiutare queste persone a uscire dal mercato in maniera dignitosa, o sarà un disastro sociale. Troppi individui verranno immolati all'altare di una liberalizzazione di comodo".
Cosa intende dire?
"La mia è una riflessione amara: ci hanno dipinto la liberalizzazione come la soluzione dei nostri guai e come il futuro dell'autotrasporto. Adesso però un camion viaggia alla tariffa media di 0,80 euro a chilometro mentre un taxi, a Roma, con le tariffe controllate dal Comune, viaggia a 1,30 euro a chilometro. Come dovremmo prenderla?".
Nella foto in alto, uno dei tanti controlli delle forze dell'ordine che avvengono sulle strade francesi.
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