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Porto di Genova PONTE LIBIA, NO DELL'AUTHORITY A GAVIO E GRENDI

Pubblicato il 12/07/2012 in Industria

Non conoscono pace le banchine di Ponte Libia, a Genova. Furono infatti loro, con l'assegnazione deg

Non conoscono pace le banchine di Ponte Libia, a Genova. Furono infatti loro, con l'assegnazione degli spazi a Tirrenia, a scatenare l'inchiesta che portò all'arresto dell'allora presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi. E furono sempre loro a rimanere incredibilmente vuoti in seguito al sequestro da parte della magistratura e all'annullamento della concessione di Tirrenia (si veda in proposito tuttoTrasporti di ottobre 2008). La faccenda sembrava risolta con una concessione temporanea a favore del Gruppo Grendi: concessione che però doveva essere rinnovata, e proprio qui è arrivata l'ultima novità della vicenda, e cioè il no dell'Autorità portuale a due degli aspiranti concessionari. E che aspiranti concessionari: il Gruppo Grendi (della famiglia Musso) e il Terminal San Giorgio, appartenente al Gruppo Gavio. La decisione dovrà comunque essere ratificata dal Comitato portuale.

La decisione, a quanto sembra, sarebbe motivata da dati poco realistici sulle previsioni di traffico fornite dai due candidati. Ora l'area, fino al termine della gara per l'intero Multipurpose, potrebbe quindi diventare uno spazio pubblico aperto a tutti.

Grendi, storico sostenitore della gestione "privata" tramite concessioni del porto (e protagonista di memorabili scontri con i portuali negli anni '80), a Genova potrebbe quindi rimanere senza terminal. Ben diverse invece le prospettive di Gavio, che dopo il Terminal San Giorgio (gestito assieme a Scerni) e il Terminal Frutta (la cui concessione è stata acquisita lo scorso agosto) sembra intenzionato a puntare in alto: nel mirino c'è la concessione per la gestione dell'intero terminal Multipurpose di Sampierdarena.

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