La protesta dell'autotrasporto parte dalla Sicilia, ma gli autotrasportatori non saranno i soli a manifestare. Ad essi infatti si uniranno gli agricoltori.
Gli autotrasportatori dell'Aias (ai quali si sono aggiunti quelli dell'Aitras) e gli agricoltori aderenti al movimento dei "Forconi" hanno infatti annunciato cinque giorni di sciopero in Sicilia, a partire dal 16 gennaio. Nel resto del territorio nazionale, invece, Unatras ha deciso il fermo dei tir tra il 23 e il 27 gennaio (clicca qui per leggere la notizia).
«L'agitazione non avrà solo lo scopo di fare abbassare le accise sul carburante, che ormai ha raggiunto livelli insostenibili per la vita delle aziende di autotrasporto - dicono Mariano Ferro e Giuseppe Richichi, responsabili rispettivamente del movimento Forconi e dell'Aias - ma quello di dare prospettive di crescita e di occupazione a un'intera regione».
Le due associazioni chiamano a raccolta anche le altre categorie produttive e sociali: mondo agricolo, artigiani, commercianti, universitari, disoccupati. «Non si può più lavorare quando il prezzo d'acquisto di una merce è di 20 centesimi e il suo trasporto è 50, quando il costo del trasporto supera quello del prodotto il sistema si rompe», avvertono agricoltori e autotrasportatori, insieme in una comune battaglia.
Aias e "Forconi" sottolineano che «questa agitazione non è uno sciopero contro i siciliani ma è l'unico sistema per indurre la classe politica a mettere in atto strategie, scelte e provvedimenti che possano realmente giovare al mondo della produzione e del trasporto». Per i movimenti, un freno al prezzo della benzina è un primo passo per garantire la sopravvivenza delle imprese.