Come si reinventa l'Eurocargo
Iveco lo fa ancora col motore termico, ma ci hanno pensato le britanniche Electra e Tevva a elettrificarlo.
Chiariamolo subito: l'Iveco non c'entra, nel senso che l'elettrificazione dell'Eurocargo è un'iniziativa autonoma delle società britanniche Electra e Tevva. Al di là della Manica, evidentemente, è ancora un territorio fertile per i camion di taglia media che, invece, nel resto dell'Europa hanno assunto sempre più un ruolo marginale. E, viste le stringenti norme che limitano la circolazione nei grandi agglomerati urbani (Londra in primis), anch'essi necessitano di trazioni alternative e green.
Cominciamo da Electra. Caratterizzato da un'azzeccata livrea su vari toni del blu (che peraltro subito evoca un alimentazione "diversa"), l'Eurocargo della Electra Commercial Vehicles mantiene in realtà pressoché inalterati i tratti del modello originale Iveco nella versione più peante da 18 tonnellate di ptt, a cui ne viene concessa una in più proprio in virtù della sua alimentazione a emissioni zero (allo scarico). Più peculiare è l'allestimento Frigoblock (marchio del gruppo Thermo King) che fornisce l'unità refrigerante EK25R specifica per veicoli a batterie. Fa parte di una piccola flotta di quattro veicoli che culmina con un semirimorchio standard da 13,60 metri di lunghezza, tutti gestiti dalla NRG Riverside già nota per le sue attività di noleggio di compattatori elettrici.
Tevva invece. L'altro battitore libero del Regno Unito risponde sempre con un Eurocargo, ma stavolta da sole 7,5 tonnellate di peso totale (si riconosce dalle ruote piccole). Dà comunque spazio a 16 europallet, con due tonnellate di portata utile. Il resto della tara è evidentemente a carico delle batterie che, secondo quanto dichiarato dal costruttore, bastano a garantire un'autonomia di 250 km, che diventano 500 montando un range extender. Rispetto all'Eurocargo originale, quello della Tevva mostra una griglia frontale a maglie incrociate che fa bene il paio con le "lame" degli inediti fari a led; aggiungeteci la carenatura integrale della parte bassa e il tetto a goccia raccordato alla cabina e il camion assume un aspetto decisamente futurista.
Danilo Senna
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