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Camion, in Italia vendite in calo a marzo


Camion, in Italia vendite in calo a marzo
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Il mese scorso sono stati immatricolati 2.400 mezzi (-2,2%). In sofferenza soprattutto medi e leggeri

Dopo un mese di febbraio in ripresa, il mercato italiano dei veicoli industriali torna a cedere il passo, accusando in particolare i contraccolpi della crisi nelle forniture di componentistica. Secondo le proiezioni del Centro studi e statistiche dell’Unrae (Unione dei costruttori esteri), realizzate sulla base dei dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a marzo le immatricolazioni di mezzi con massa a terra superiore alle 3,5 tonnellate si sono attestate a quota 2.400 unità, pari a una flessione del 2,2% (55 veicoli in meno) rispetto allo stesso periodo del 2021. Non va meglio il consuntivo del primo trimestre del 2022, il quale indica complessivamente un calo dell'1,9%: 6.755 veicoli contro i 6.888 dei primi tre mesi del 2021.

Tengono solo i pesanti. Analizzando i singoli segmenti, l'unico che tiene è quello dei pesanti oltre le 16 tonnellate, che rappresenta anche il più importante dal punto di vista dei volumi: con 2.042 veicoli (contro i precedenti 2.047) fa segnare un lieve calo dello 0,2%. Risultano in pesante sofferenza, invece, gli altri due, entrambi con rossi a doppia cifra. I medi (da 6,01 a 15,99 tonnellate) incassano una diminuzione della domanda pari all'11,8% (300 unità contro le precedenti 340), mentre i leggeri (da 3,51 a 6 tonnellate) hanno fatto ancora peggio, seppur con volumi molto inferiori, con una flessione del 14,7% (58 esemplari consegnati, dieci in meno del marzo 2021).

Numeri preoccupanti. Se il mercato italiano dei camion risulta in affanno di per sè, ancor più genera ansia guardando il settore in prospettiva quando i problemi del contesto economico e geopolitico potrebbero far sentire in modo ancora più netto i loro effetti nefasti. “I numeri sono piuttosto preoccupanti", ha commentato a tuttoTrasporti Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’Unrae, "soprattutto alla luce del fatto che le attuali immatricolazioni riguardano ordini acquisiti nel secondo e terzo trimestre dello scorso anno, quindi tra aprile e settembre del 2021, quando la domanda non aveva ancora subito la forte battuta d’arresto causata dagli incrementi dei prezzi di carburanti e dei costi di gestione per le imprese di autotrasporto". Problemi peraltro acuiti dal conflitto tra Russia e Ucraina. "Se proiettiamo le attuali incertezze della domanda di veicoli industriali nei mesi a venire unitamente al perdurare della crisi della componentistica e delle materie prime", aggiunge il presidente, "è facile prevedere un più che probabile ulteriore calo delle immatricolazioni tra la fine del 2022 e l’inizio del prossimo anno”.

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Rendicontazione degli incentivi. In questo scenario piuttosto fosco diventa dunque ancor più fondamentale il sostegno delle istituzioni. L'Unrae, dunque, accoglie positivamente l'apertura del Mims a estendere il periodo di rendicontazione degli incentivi per l’autotrasporto (che al momento è di sei mesi, mentre le consegne non di rado superano l'anno) e sottolinea nuovamente l'importanza di sostenere adeguatamente il settore per il rinnovo del parco circolante, che a oggi registra un’età media di 14 anni, in particolare attraverso misure che premino le imprese più virtuose.

Stop misure a singhiozzo. È determinante che le aziende possano programmare il rinnovo del parco, che solitamente avviene in un orizzonte temporale di almeno tre anni, conoscendo le condizioni grazie alle quali vanno a operare. Condizioni che devono essere certe e, possibilmente strutturali. “Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e contribuire al miglioramento della sicurezza stradale, lo svecchiamento del parco circolante rimane la priorità", sottolinea Starace, "e a tal fine è più che mai necessario fornire solide garanzie di carattere strutturale alle imprese di autotrasporto, prevedendo consistenti interventi ad hoc di media-lunga durata per l’acquisto di veicoli di ultima generazione, che superino gli attuali provvedimenti a singhiozzo dannosi sia per le Case produttrici sia per l’autotrasporto”.

Roberto Barone

Volvo-03

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