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Mercato camion, i pesanti trainano anche a ottobre

Pubblicato il 08/11/2022 in Industria
Mercato camion, i pesanti trainano anche a ottobre
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Il comparto dei veicoli industriali recupera le perdite e a ottobre fa registrare un +23,2% (2.220 immatricolazioni), chiudendo i primi dieci mesi a -0,7%. Il commento di Paolo Starace (Unrae)

Dopo mesi estremamente altalenanti, dominati dal segno meno, il mercato italiano dei camion oltre le 3,5 tonnellate recupera in volata a ottobre confermando e rafforzando una tendenza giù evidenziata a settembre e ad agosto. Merito, come sempre, principalmente dei pesanti e questa volta in parte anche dei medi. Un risultato indubbiamente positivo, ma che non consente ancora di dormire sugli allori. I motivi li spiega a tuttoTrasporti Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli industriali dell'Unrae

Occhio ai dati. Prima, però, diamo un'occhiata ai dati. Secondo le proiezioni del Centro studi e statistiche dell’Unrae (Unione dei costruttori esteri), realizzate sulla base dei dati forniti dal Mims, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (che con il nuovo governo torna a chiamarsi ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), il mese scorso il settore dei veicoli industriali ha fatto registrare un segno più a doppia cifra (+23,2% pari a 2.220 immatricolazioni), chiudendo i primi dieci mesi del 2022 quasi in pareggio, a -0,7%.

 Mercato camion, i pesanti trainano anche a ottobre

Il peso dei pesanti. Come dicevamo, il rialzo delle vendite è stato trainato dai veicoli pesanti di massa uguale o superiore a 16 tonnellate, che segnano un +28,5% rispetto allo scorso anno con un totale di 1.955 consegne. Rimane, invece, stabile la fascia di peso sotto le 16 tonnellate, a +0,7% (220 unità) rispetto al 2021, mentre chiude invece con una flessione importante il segmento dei mezzi sotto le 6 tonnellate (-27,2% con 44 unità). 

Non decollano gli elettrici. Guardando più nello specifico alle immatricolazioni suddivise per alimentazione, invece, la situazione non è così rosea. Soprattutto per quanti hanno investito nel gas, prima della guerra tra Russia e Ucraina (e il conseguente aumento dei prezzi) considerato il ponte ideale per raggiungere la completa decarbonizzazione dei trasporti. Una situazione stigmatizzata da Paolo Starace: “Nonostante il mercato di ottobre abbia fatto registrare un aumento complessivo del 23,2% rispetto all’anno precedente, preoccupa il crollo delle immatricolazioni di veicoli alimentati a LNG e le difficoltà dei veicoli elettrici a zero emissioni, che oggi rappresentano solo lo 0,07% del mercato. Di questo passo, senza adeguati sostegni e un idoneo piano infrastrutturale rivolti alle alimentazioni alternative a bassissime o zero emissioni", sottolinea ancora Starace, "si rischia di compromettere la transizione ecologica vanificando gli ingenti investimenti profusi dai Costruttori”.

Chi più inquina più paga. E poi rimangono sul tavolo le questioni legate alle misure per spingere il rinnovo del parco, ancora oggi uno dei più vecchi in Europa. Non soltanto, secondo quanto sostiene da tempo l'Unrae, con bonus e incentivi fiscali, ma anche all'opposto con misure di disincentivazione alla circolazione di veicoli vetusti e altamente inquinanti. Per esempio con il cosiddetto meccanismo in base al quale chi più inquina più paga, ma anche attraverso oneri d’esercizio crescenti all’aumento delle emissioni di CO2 dei veicoli, con una revisione su base ambientale di pedaggi autostradali, tassa di proprietà, rimborso delle accise, senza escludere misure più drastiche quali divieti alla circolazione e limitazioni alla capacità di carico.

Roberto Barone

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