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Furgoni, nuovo tonfo delle vendite a novembre

Pubblicato il 19/12/2022 in Industria
Furgoni, nuovo tonfo delle vendite a novembre
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La domanda è calata del 18,1%, portando a dieci i mesi consecutivi con il segno meno

La crisi del mercato italiano dei veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate appare ormai cronica. Secondo le stime del Centro Studi e Statistiche dell'Unrae, l'Unione dei costruttori esteri, anche il bilancio del mese scorso, per la decima volta consecutiva, si è chiuso in rosso, con una flessione del 18,1% delle immatricolazioni rispetto all'analogo periodo del 2021 (12.643 unità contro le precedenti 15.443). Il consuntivo degli undici mesi si ferma così a146.709 unità, in calo è del 12,9% pari a una perdita di 21.600 veicoli rispetto a gennaio-novembre 2021.

Stime per il 2023. Un quadro critico che dovrebbe perdurare ancora. Le proiezioni per l'ultimo mese dell'anno, infatti, non lasciano troppo spazio all'ottimismo. Sempre secondo l'Unrae dicembre dovrebbe essere caratterizzato da un'ulteriore diminuzione che porterebbe il totale 2022 a segnare una contrazione della domanda del 12,7% a 161.500 unità. Anche la prima parte del 2023 dovrebbe confermare un ulteriore ripiegamento del mercato, che poi dovrebbe tornare a crescere nel corso dell’anno, portando a stimare per l’intero anno circa 170.000 veicoli, appena un 5,3% in più sul 2022, con un livello ben al di sotto di quello pre-Covid (188.600 unità nel 2019).

Furgoni, nuovo tonfo delle vendite a novembre

La struttura del mercato dei primi dieci mesi confrontata con lo stesso periodo 2021, evidenzia per i privati una perdita di un quarto dei volumi (-24,5%, 25.176 unità) al 18,8% di quota (-3%), in linea anche il calo delle autoimmatricolazioni (-24,3%, 6.377), al 4,8% del totale. In flessione anche le società (-15,7%, 55.878 esemplari), al 41,7% di quota (-1,6%), e il noleggio a breve termine (-27,6%, 6.106 esemplari), al 4,6% di share. L'unico calane in controtendenza si conferma il noleggio a lungo termine (+11,3%, 40.515), con una quota che arriva al 30,2% (+6,4%).

Furgoni, nuovo tonfo delle vendite a novembre

Alimentazioni. L'analisi per tipo di alimentazione evidenzia la quota ancora minimale dei mezzi a basse o zero emissioni. Nel periodo gennaio-ottobre gli elettrici (Bev) seppur in salita, sono fermi a una quota del 2,4% con 3.265 esemplari, gli ibridi plug-in Phev allo 0,4% (579), mentre crescono molto più rapidamente gli ibridi Hev, che passano dal 5,9% del 2021 all'11,2% (14.964). Il diesel la fa ancora da padrone con 101.932 immatricolazioni, anche se in sensibile calo (con una rappresentatività che passa dall'84,4 al 76%), mentre i furgoni a benzina passano dal 3,3 al 5,6% (7.544 unità). In lieve aumento la rappresentatività del Gpl (dal 2,7 al 3% di quota, pari a 3.965 unità), mentre il metano passa dal 2,1 all'1,3% (1.803).

Le proposte dell'Unrae. Nel corso del tradizionale evento stampa di fine anno che si è svolto a Roma, l'Unrae ha evidenziato le proposte per una ripresa del mercato e per uno sviluppo accelerato della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni. “Abbiamo indirizzato al governo le nostre proposte, che prevedono in primo luogo l’estensione dell’incentivo anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico, compreso il diesel, a fronte di rottamazione e con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa”, ha dichiarato il presidente, Michele Crisci. “È inoltre urgente predisporre una rete infrastrutturale per le ricariche elettriche, anche attraverso un credito di imposta al 50%, dal 2023 al 2025, per gli investimenti privati in ricariche fast superiori e 70 kW. In quest’ambito", ha proseguito Crisci, "è necessario anche un preciso e puntuale cronoprogramma per stabilire sia obiettivi cogenti sul numero dei punti di ricarica pubblici, in bassa e alta potenza, per singola area geografica e tipologia di strada, sia la realizzazione di infrastrutture di ricarica sulla rete autostradale, in linea con la normativa europea Afir”.

Roberto Barone

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