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Autostrada A22 digitale
Pedaggi in base a traffico ed emissioni

Autostrada A22 digitale
Pedaggi in base a traffico ed emissioni
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La provincia di Bolzano si appresta a presentare al governo un progetto controverso con lo scopo di arginare congestione e inquinamento

Un'autostrada interamente digitalizzata con pedaggi differenziati in base alla classe ambientale dei veicoli e con tariffe crescenti anche a seconda del numero dei camion in transito. È questo il progetto allo studio della Provincia di Bolzano per l'A22 del Brennero allo scopo di contenere il problema dell'inquinamento e al tempo stesso in congestionamento del traffico secondo quanto anticipato dall'Ice (Italian trade & investment agency) l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane che fa capo al ministero dello Sviluppo Economico.

Più inquini, più paghi. Secondo l'agenzia governativa, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, presenterà prossimamente alle istituzioni centrali il progetto in base al quale il nuovo sistema di pedaggio premierà i veicoli pesanti ecologici e penalizzerà quelli inquinanti. “Il pedaggio verrà calcolato in base alla classe ecologica del veicolo. Quanto maggiori saranno le emissioni tanto maggiore sarà il pedaggio, e viceversa. Inoltre il pedaggio sarà più elevato qualora in un determinato giorno più camionisti utilizzino l’autostrada. Per evitare congestionamenti e quindi maggiori costi i trasportatori potranno quindi scegliere autonomamente quando intraprendere il viaggio e prenotarlo”.

Il ritorno degli eco-punti? La notizia ha fatto scattare l'allarme rosso tra le associazioni di categoria, le quali ritegnono che il sistema danneggerebbe i tir e le merci provenienti dall’Italia e diretti in Austria attraverso il corridoio del Brennero. “Il pretesto è sempre quello della presunta salvaguardia ambientale", sottolinea del presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè. "La misura che ora la Provincia di Bolzano vorrebbe adottare assomiglia moltissimo a quella degli eco-punti introdotti all’inizio degli anni 90, quando a ogni impresa veniva assegnato un punteggio che si riduceva in ragione delle emissioni dell’automezzo. La disposizione era funzionale alla riduzione dell’inquinamento, non certo (come qualche maligno allora ipotizzò) a favorire un motore particolare prodotto da una ditta austriaca (sia mai!). Ogni impresa per ottenere un numero di passaggi più elevato avrebbe dovuto, di fatto, investire in automezzi meno inquinanti”.

Austria esentata. “Il sistema degli eco-punti venne bocciato a livello comunitario", ricorda Uggè, "e una delle clausole che già allora il governo austriaco non voleva accettare era quella sulla libera circolazione delle merci. Alla fine però l’Austria acconsentì per poter entrare a far parte dell’Unione Europea. Da allora divieti e limitazioni si sono susseguiti negli anni, sempre più aspri. I tir austriaci? Esentati. C’è da chiedersi: da che parte sta Bolzano? Perché non suggerisce all’Austria di potenziare la ferrovia, anziché continuare a colpire la nostra economia? Forse perché richiederebbe molto più tempo e l’investimento dovrebbe essere sostenuto prevalentemente dal governo austriaco?”. 

La posizione del governo. “Stando alle dichiarazioni rese da Arno Kompatscher all’agenzia austriaca Apa, il presidente Draghi, il ministro delle Infrastrutture, quello della Transizione ecologica avrebbero giudicato l’idea di Bolzano interessante e innovativa. Anche Bruxelles avrebbe inviato segnali positivi a sostegno", scrive ancora Uggè. Conftrasporto chiede dunque al governo italiano se queste affermazioni rispondano al vero, e quale sia la posizione dell’Esecutivo italiano in merito. 

Roberto Barone

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