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Due bipiano e due GT rialzati hanno partecipato in Slovenia alla prova comparativa biennale che assegna il titolo di "autobus dell'anno 2022". Ecco le nostre impressioni

Neoplan Cityliner. Granturismo: un modo di viaggiare che sa d'altri tempi, quando "svacanzare" a bordo di un autobus appariscente era un lusso. Negli ultimi due anni non è certo stato così e chissà se mai più lo sarà. Il Neoplan Cityliner, da cinquant'anni, è la quintessenza di quel mondo: oggi mantiene l'impostazione e l'estetica del model year 2006, ma ha la catena cinematica tutta diversa e si presenta adesso con un cambio automatico ZF Ecolife con convertitore. Soluzione insolita su un GT europeo che, però, qui ha convinto tutti: pratica, fluida e neppure troppo penalizzante sui consumi (il motore è a 1.100 giri/min ai 100 orari); peraltro fa sembrare di più i 470 CV del 6 cilindri MAN. La posizione di guida è raccolta, ma il volante cade fra le mani. Appare un po' datata la strumentazione. Le telecamere al posto degli specchi sono abbastanza fruibili, anche se i monitor non risultano per nulla integrati nell'abitacolo e tolgono la tridimensionalità dei retrovisori tradizionali.

Setra s 511 hd. Nel ristretto club dei GT corti, il "Setrino" appare ancor più esclusivo di quanto già non siano i veicoli che ostentano ancora la K (dell'originaria famiglia Kässbhorer) al centro del volante. Ultimo nato fra i rialzati della ConfortClass, l'S 511 HD si presenta con la seconda porta in coda anziché al centro, liberando così spazio nelle bagagliere; ma obbligando l'eventuale toilette a salire a livello pavimento, togliendo almeno tre sedili sull'ultima fila. La solida meccanica Mercedes è quasi sovrabbondante: di sicuro nessuno si lamenterà della mancanza di potenza; semmai è il cambio Powershift che mostra un po' la corda, almeno quanto a rapidità dei passaggi marcia, ma il confort ringrazia. L'S 511 è l'unico del gruppo a mantenere gli specchi tradizionali e, francamente, ci guadagna. Bisogna solo fare la mano al passo corto che in autostrada costringe a piccole continue correzioni per mantenere la traiettoria rettilinea. In compenso, appena la strada si fa curvilinea, la guida del Setra è uno spasso. I passeggeri sono accolti dalla solita rassicurante atmosfera di tutti i veicoli fatti a Ulm, con sedili comodi e arredi curati anche se non appariscenti.

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VDL Futura. Un doppio Futura, questo è in sostanza l'FDD2 della VDL. La parte sotto, che ospita tutti i servizi (toilette, lavandino e scaldavivande, più un paio di tavolini e due grandi monitor TV), è più ricercata e ariosa, di sopra si sta più volentieri seduti, supportati da sedili abbastanza sostenuti e con un'ottima visione dalla prima fila. Il passaggio dal 13 all'11 litri DAF ha forse creato troppe risonanze, oltre a rendere meno corposa la ripresa dalle basse velocità, nonostante la rapidità del cambio ZF TraXon. Al posto guida spicca ora la strumentazione digitale, la stessa del prossimo urbano Citea. Pur risicato in lunghezza, lo spazio attorno al sedile si rifà in altezza, sfruttando l'inclinazione in avanti del soffitto/pavimento del piano superiore. Meno felice la visione attraverso i monitor che sostituiscono gli specchi, pur essendo dello stesso fornitore degli altri, offrono una visione meno immediata e, complice il riverbero della carrozzeria bianca, in certe condizioni di luce si vede davvero poco. Tanta modernità stride con altre finiture non più modernissime, ma come veicolo di linea a lungo raggio il Futura FDD2 ha ancora molto da offrire, però non proprio a prezzi di saldo.

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Volvo 9700 DD. Apparso a sorpresa a rimpolpare il catalogo dei turistici Volvo, mai così vario, il bipiano 9700 DD fa una gran scena. Il risultato è un ambiente interno piuttosto buio, aggravato da un design non troppo fantasioso. Unico sprazzo di vitalità le grandi botole vetrate e il gradino poggiapiedi per il sedile hostess scorrevole. Tuttavia, in molti componenti si respira la qualità dei materiali Volvo e lo testimonia la strumentazione... se non fosse quella dell'FM 2001. Oltretutto qui sovrastata dall'enorme volante da 550 mm, un diametro che rende difficile arrivare alla leva del retarder. Forse è invariabilmente legato alla portata dell'assale anteriore, peraltro ancora rigido e non a ruote indipendenti. Per il resto il posto guida è ampio ed ergonomico, ma il parabrezza resta un po' basso e dalle telecamere che sostituiscono gli specchi nascono le stesse perplessità già citate a proposito di Neoplan e VDL. Anche qui nel cofano lavora un 6 cilindri di identica cilindrata, ma con 10 CV in più che l'inappuntabile I-Shift fa rendere al meglio. I passeggeri si consolano con sedili comodi, però la visibilità verso l'esterno e appena discreta. In compenso è molto silenzioso.

Danilo Senna

Estratto delle impressioni di guida pubblicate su tuttoTrasporti di ottobre, n. 453.

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