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Scania V8 CINQUANT’ANNI DI LEGGENDA

Pubblicato il 04/06/2019 in Truck
CINQUANT’ANNI DI LEGGENDA
CINQUANT’ANNI DI LEGGENDA

Nel 1969 nasceva il V8 Scania: ne ripercorriamo la storia cominciando da una cavalcata del suo più fresco erede moderno, l’S650.

Ci sono i camion e, poi, ci sono gli Scania V8. Che già solo per il fatto di aver bisogno due nomi per essere chiamati in causa, sanciscono l’appartenenza a una nobile stirpe di macchine, benché da lavoro. Un mestiere che si potrebbe fare ugualmente con due cilindri e qualche cavallo in meno, ma questo motore va oltre la ragione - anche se qualche ragione per certi utilizzi esiste - non fosse altro per l’essere rimasto l’unico con questa architettura nel panorama mondiale del truck. Ha senso? Per chi può permetterselo, sì. Altrimenti non esisterebbero neppure le Ferrari e le Lamborghini... Per fortuna ci sono, come c’è il V8. E che Scania ce lo conservi!

CINQUANT’ANNI DI LEGGENDA

Correva l’anno. Una leggenda nata giusto nel 1969 e che nelle prossime pagine vi raccontiamo attraverso tutte le serie degli Scania che l’hanno montato. Mezzo secolo di evoluzione che ci ha portato fino all’S650 protagonista di queste pagine. Perché non il 730? Non che un’ottantina di cavalli in più ci disturbassero, intendiamoci. Solo che nel listino dei Grifoni, il 650, così come il 580 e il 520, è per adesso, il V8 più avanzato tecnologicamente. Quindi c’è sembrato giusto rivolgerci alla variante più potente fra le tre che, rinunciando al ricircolo dei gas di scarico EGR e al turbo a geometria variabile, hanno guadagnato un’ottantina di chili sulla tara; 80 kg e 80 CV in meno: su un mezzo da lavoro, per quanto esclusivo, la produttività non può essere trascurata. Al pari dei consumi, che sono il focus della taratura d’ingresso dei V8, il 520 funzionante secondo il ciclo Miller; lui adotta una particolare fasatura dell’albero a camme proprio per ottimizzarne il rendimento. Però non è questo il momento di andare a far le pulci al nostro S650. Sarebbe come chiedere conto di ogni voto in pagella a un alunno un po’... vivace, proprio il giorno del suo compleanno. 

CINQUANT’ANNI DI LEGGENDA

Questione di cuore. Spegniamo, quindi, le candeline e accendiamo il V8. Che non traballa per niente, a dispetto di un’architettura di sua natura dal funzionamento meno rotondo e regolare rispetto ai 6 cilindri in linea. Una voce unica nel suo genere, mai minimamente in affanno, neppure quando si deve tirare dietro un semirimorchio a pieno carico sul filo dei 90 km/h (dove si può). Ci vuole inclinazione, dell’asfalto s’intende, per far risaltare le sue qualità; ma parliamo di pendenza vera, da montagna, perché il falsopiano se lo beve quasi fosse un cavalcavia, con un accenno di sibilo della turbina. A volte, complice la cabina S che mette ulteriore distanza fra il suo pavimento e la “sala macchine” sottostante, sembra quasi di viaggiare spinti dal vento e non da un motore. Viene voglia di abbassare il finestrino per esser sicuri che nessuno ce l’abbia fregato, il V8. E ci mancherebbe, con quello che costa. D’altro canto gli italiani ne sono così innamorati, che il nostro è, per i plurifrazionati Scania, il miglior mercato del mondo: qui se ne vendono quasi il doppio che in Germania, il che è tutto dire. Anche senza sentirlo, il gioiello di casa, da dentro basta guardarsi intorno e notare quante volte appare il logo V8 nei rivestimenti dell’abitacolo, a certificare l’appartenenza a un club esclusivo. Certo, fra traffico e limitatore, ce ne vuole per guadagnare sui tempi di percorrenza rispetto ai camion “normali”. Ma al piacere di guida e al prestigio è difficile attribuire un prezzo.

Il test completo è su tuttoTrasporti di aprile (n. 426).

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