Il Renault T480 con gli ultimi aggiornamenti
Un assaggio su strada per capire meglio dove e come è cambiato. Nel complesso, con pochi ritocchi, designer e tecnici sono riusciti a rinfrescarne la linea e soprattutto l'ergonomia, migliorando pure l'efficienza
Quello sguardo insolito che contraddistingue il Renault T nell’universo degli altri camion c’è ancora. Anzi i nuovi fari a led (di serie), separati dal taglio orizzontale delle frecce/luci diurne, gli donano un’inedita tridimensionalità. Che fa il paio con la Losanga più grande e la griglia a maglie larghe, incorniciata dal frame trapezoidale ora non più in grigio contrastante con la tinta della carrozzeria, ma nero come il resto delle parti non verniciate. Di fatto è cambiata tutta la parte bassa del T, dal paraurti ai cantonali, con una migliore sigillatura dello spazio fra muso e bordo della portiera, più nuove bandelle sull’arco anteriore dei passaruota. E sulla destra compare la camera che sorveglia la fiancata lontana dal posto guida.
Un'altra storia. Se le modifiche esterne in gran parte richiedono un occhio allenato alla recente produzione Renault Trucks per trovare le differenze col vecchio modello, salendo a bordo la qualità della vita è cambiata tanto e lo si capisce subito. Archiviata la strana regolazione semibasculante dello sterzo, adesso c’è un meccanismo a sblocco pneumatico che, volendo, riesce a porgere il volante quasi in verticale. Questo, in combinazione con i nuovi sedili, contribuisce a far dimenticare certe “peculiarità” del vecchio T, ponendo finalmente il long liner di Renault a livello della miglior (e più recente) concorrenza. Più fruibile anche la plancia, che ha una strumentazione un po' più vivace, abbinata ora un furbo porta smartphone, un comodo cassetto in grado di accogliere fogli formato A4 e un tavolino pivotante (cioè rotante su un perno fisso o sfilabile alla bisogna) utilizzabile tanto dal sedile guida quanto da quello del passeggero, se non addirittura dal letto. Il letto offre un materasso più spesso e comodo di prima; a proposito di zona riposo, alcune dotazioni, prima esclusive del pacchetto MaxiSpace, ora sono scorporate e acquistabili separatamente, come i pensili retrocabina o la chiusura notturna di sicurezza che va a ingaggiarsi sui mancorrenti. Questi, peraltro, sono disponibili solo in tinta rosso fuoco o giallo fluo, così da renderli sempre immediatamente visibili. Resta, sulla High Sleeper a pavimento piatto, la furba maniglia fra gli ultimi due gradini che agevola l'arrampicata. Il materasso più spesso e sostenuto, più un'ulteriore variante di sedili, vanno in contro al confort degli "abitanti", qualunque sia la loro contingente occupazione in cabina.
Adesso si parte. Chiusa la portiera, si parte. Operazione ovvia, che però ci fa ricordare che adesso, quando la si apre, il Renault T si frena all'istante (l'automatismo si può sbloccare). Il freno a mano a comando elettrico c'era già - il T è stato il primo pesante a proporlo fin dall'esordio del 2013 - adesso, in più, c'è il pulsante di avviamento. Comoda la posizione di guida, pur se il piantone resta "rigoglioso" di leve (frecce/devioluci a sinistra, retarder e cambio a destra) e i comandi con una logica un po' troppo... francese. Soprattutto quelli che occupano il volante sopra e sotto, relativi alla regolazione della velocità. Adesso al cruise control, con modalità predittiva più efficace, si somma anche la funzione Pulse&Glide che gioca di ±2 km/h sul valore impostato per massimizzare l'intervento dell'Eco roll anche in pianura.
Danilo Senna
Estratto delle impressioni di guida pubblicate su tuttoTrasporti di ottobre, n. 453.
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