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Al volante di Iveco X-Way e T-Way


Al volante di Iveco X-Way e T-Way
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Abbiamo guidato più modelli di una linea di veicoli per applicazioni specializzate che parte dal Daily

Vuoi per la presenza di pesi complessivi autorizzati in Italia più generosi rispetto alla maggior parte degli altri Paesi, vuoi per la consuetudine degli operatori nazionali a non rinunciare a un'elevata capacità di carico nel fuoristrada impegnativo, la produzione Iveco ha da sempre un occhio di riguardo per autocarri e trattori con trazione multipla, masse assiali abbondanti e strutture sovradimensionate. La linea di prodotti nel segmento costruzioni/fuoristrada pesante è adesso riorganizzata su due famiglie dalle identità ben definite, Iveco X-Way e T-Way, che possono contare sul supporto dei medi Eurocargo e dei leggeri Daily in versione 4x4. Per chiarirsi le idee sull'articolato catalogo di modelli e versioni non c'è niente di meglio che mettersi al volante delle combinazioni che definiscono meglio le diverse competenze.

Questione di percentuali. L'Iveco X-Way si rivolge alle applicazioni che prevedono un utilizzo al 90% su strada e al 10% fuoristrada, confidando su una scelta di cabine coincidente con quella degli stradali S-Way: tre diverse altezze di telaio, motori a 6 cilindri da 9, 11 o 13 litri, ponti posteriori singoli o tandem a semplice e doppia riduzione. L'X-Way AS360X57Z con cui iniziamo l'esperienza di guida è un autotelaio con la cabina larga e a tetto normale appoggiata su un telaio On+, quello di altezza intermedia (qui allestito con un cassone ribaltabile trilaterale) e la trazione 8x4 affidata a una coppia di ponti posteriori dotati di riduttori ai mozzi. Il peso totale "tecnico" arriva a 36 ton, ma in Italia questo X-Way è omologabile a 32. Una massa che il motore Cursor 13 da 570 CV e 2.500 Nm porta a spasso con estrema facilità, grazie anche al cambio automatizzato Hi-Tronix a 16 rapporti, tanto da poter essere giustificato secondo noi solo in caso di aggancio di rimorchi.

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Infonde sicurezza. La disponibilità di coppia è tale che sugli sterrati occorre temperare l'entusiasmo e ricordare che con questo insieme cabina/telaio qualche "toccata" col paraurti è una possibilità concreta. Un po' di cautela è richiesta anche per l'ingombro laterale della cabina nei passaggi più stretti. Molto confortevole, sullo sterrato veloce l'X-Way prende il largo rispetto ai 4 assi mezzi d'opera, infondendo confidenza al conducente. Volendo, si può avere anche con le sospensioni posteriori pneumatiche, ma le balestre del nostro esemplare non le fanno rimpiangere, almeno a pieno carico. Ostacoli del terreno a parte, star dietro a un T-Way anche su pendenze impegnative è un'impresa possibile, ma - questione di rapporti e di pneumatici - occorre mettere in conto un utilizzo del bloccaggio completo dei differenziali più frequente là dove il fratello se la cava col solo blocco longitudinale.

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Due modelli, due funzioni. Esistono, è vero, degli  X-Way ancora più performanti sul piano delle capacità fuoristrada: telaio più alto, cabina più compatta, eventualmente la trazione anteriore idrostatica Hi-Traction per autotelai o trattori con avantreno singolo. Ma la gamma è disegnata in modo da non incontrare mai quella del T-Way, al contrario di quanto avveniva ai tempi dello Stralis X-Way e del Trakker. Il telaio dell'X-Way è sempre spesso 7,7 mm, mentre sul T-Way, che ha nella maggior parte dei casi uno chassis da 10 mm, questa misura è disponibile solo per i 4x4 e 6x6 a trazione integrale meccanica, assenti nella famiglia X-Way. I due fratelli Iveco, infatti, svolgono in maniera differente il tema della capacità di carico: l'X ottimizzando la tara, il T giocando sulla robustezza della struttura, potendo contare sui margini di peso maggiori accordati ai mezzi d'opera. A parità di motore, fra i due possono esserci dai 500 agli 800 kg di peso a vuoto. Inutile, quindi, farsi venire strane idee: anche le più leggere betoniere X-Way 4 assi da 32 ton di peso totale come si vedono all'estero portano al massimo tamburi da 9 metri cubi di capacità, mentre col T-Way nella stessa configurazione e 40 ton di ptt si arriva a 12 m3 di calcestruzzo.

Danilo Senna

Estratto del primo contatto pubblicato su tuttoTrasporti di dicembre 2021, n. 455.

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