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Le impressioni di guida del nuovo DAF XG+


Le impressioni di guida del nuovo DAF XG+
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Test d'esordio per il camion più "fresco" del mercato, non plus ultra delle taglie pesanti da lungo raggio, che per primo applica le nuove misure sulla sagoma limite. Lo proviamo nella versione top con il motore 13 litri da 530 CV

Svelata online all'inizio della scorsa estate, toccata con mano in Spagna a settembre, per la NGD, new generation DAF, è arrivato il momento di approfondire la conoscenza. Lo facciamo con l'ammiraglia della gamma, l'XG+ da 530 CV. Lui è il primo camion che sfrutta le extra misure concesse dal regolamento europeo. La norma consente di eccedere i consueti 16,5 e 18,75 metri, rispettivamente per autoarticolati e autotreni, purché ciò vada a beneficio della riduzione dei consumi (minori emissioni di CO2) e della sicurezza (salvaguardia degli utenti deboli della strada e dello stesso autista). Interpretando in maniera astuta il regolamento, i designer di Eindhoven sono riusciti a non stravolgere l'idea del camion

La coerenza dell'insieme. Per chi ha la fortuna di fare il nostro mestiere (cioè criticare quello che fanno gli altri), davanti a un nuovo modello è facile pensare che certe cose si sarebbero potute realizzare in maniera diversa; specie quando si parla di estetica, per sua natura legata ai gusti personali. Ebbene, al cospetto dei nuovi DAF, tutti siamo stati concordi nel definirlo un bel camion; da qualunque lato lo si guardi, le linee non s'interrompono mai, nemmeno passando dal muso alla fiancata o al tetto. Inoltre, ecco finalmente un parabrezza ben sviluppato in altezza, o meglio in "bassezza", da che il bordo inferiore scende di oltre 20 cm rispetto al vecchio XF. Non da meno la cura dei flussi d'aria attorno al motore e la sigillatura di tutte le aperture non necessarie alla sua "respirazione ". E siamo così alla catena cinematica, quella che sembrerebbe confermata d'ufficio. Lo è solo in apparenza, perché testa e basamento sono più robusti, così come i pistoni e la pompa dell'olio a portata variabile. Rivisti anche il turbo e il post-trattamento dei gas di scarico, con un risparmio di 12 chili solo sui propulsori. Alla fine l'XF pesa 175 kg meno del suo predecessore, mentre l'XG+ dichiara una massa a vuoto di 7.116 kg, appena 23 in più della Super Space Cab di prima, nonostante le accresciute dimensioni abbiano portato ad allungare gli attacchi al telaio, con l'esclusivo brevetto DAF che ne prevede l'arretramento di 40 cm in caso di impatto frontale. Il tutto contribuisce ad abbassare i consumi di un ulteriore 3%, con quasi un altro punto percentuale garantito dai raffinati controlli sulla trasmissione ZF TraxOn (Predictive Cruise Control III) si arriva a migliorare le percorrenze del 10,2%.

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Cambio di passo. Metro alla mano, la NGD cresce in tutti i tre modelli di 16 cm nello sbalzo anteriore, con gli XG che ne aggiungono altri 28 arretrando la parete posteriore. Il risultato è un passo "obbligato" di 4 metri sui trattori, contro i 3,6÷3,8 a cui siamo stati abituati fino ad ora. È un problema? Nella stragrande maggioranza dei casi, no. Forse ci saranno manovre al limite in cui quei 20÷40 cm in meno avrebbero fatto comodo, ma sono situazioni in cui non ci si dovrebbe trovare così spesso con un pesante da lungo raggio. In compenso la visibilità diretta attorno all'XG è al di sopra di ogni critica, tanto più se si opta per la finestra vetrata sulla porta destra. Che, però, era assente sull'esemplare in prova; c'erano invece (e sono di serie sugli XG) le telecamere al posto degli specchi, tutti, compresi il frontale e il laterale destro. Nell'insieme sorvegliano un'area che si protende per 6 metri dietro al muso e 7 davanti, profonda altri 5 dalla fiancata. 

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Componenti che "arredano". Le immagini sono riportate su un monitor appeso sopra a quello che funge da specchio principale destro, a sua volta sovrastante il cicalino che avverte della presenza di eventuali ostacoli al cambio di corsia. Insomma un'infilata di componenti che "arredano" il relativo montante del parabrezza in maniera un po' disordinata. Ecco, da una cabina del tutto nuova ci saremmo aspettati una maggiore integrazione di questi "pezzi" che paiono aggiunti a posteriori e non pensati fin dall'inizio. Un peccato, perché anche dentro il design è riuscito: moderno nelle forme, fruibile nella sostanza. Sull'XG+ i vani sopra la parabrezza sono enormi, tanto che quello centrale quando si apre va ad oscurare del tutto la botola sul tetto, costringendo ad arretrare parecchio. Ma non è un problema, visto lo spazio disponibile sopra al sottile tunnel (solo 5 cm) prima del letto. Seduti su un materasso largo costantemente 80 cm (come quello di casa), il parabrezza appare lontano; e lo è: quasi 2 metri! Servono? Forse no, ma meglio averli che rimpiangerli, specie se si viaggia in due conducenti.

Danilo Senna

Estratto delle impressioni di guida pubblicate su tuttoTrasporti di febbraio 2022, n. 457.

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