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Mercedes Actros L 1853, prima guida

Pubblicato il 05/10/2022 in Truck
Mercedes Actros L 1853, prima guida
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L'elettrico avanza, ma il diesel non molla. Lo dimostra l'ultima evoluzione del 13 litri

Proprio mentre è ormai imminente l'arrivo di un eActros da lungo raggio (presentato ufficialmente all'IAA di Hannover), la Mercedes-Benz ci fa provare la più avanzata tecnologia per stradale, l'unica oggi davvero sfruttabile su qualunque distanza: l'Actros L 1853, massima espressione del diesel da 13 litri appena rinnovato. Rispettando la cronologia che lo aveva visto apparire per primo a sostituire i gloriosi V6/V8 quando nel 2011 apparve il nuovo Actros, l'OM 471 si conferma il propulsore baricentrico dell'intera gamma e, passo dopo passo, ha visto crescere la sua efficienza arrivando a limare i consumi del 23% in 11 anni di carriera. 

Mercedes Actros L 1853, prima guida

Affinamento continuo. Solo in questo suo passaggio Euro 6e, per esempio, è riuscito a guadagnare un ulteriore 4%, benché a guardalo da fuori si direbbe pressoché identico all'originale: 6 cilindri in linea, 24 valvole comandate da un doppio asse a camme in testa, EGR raffreddato più SCR per controllare le emissioni. Quindi? È dentro che le cose cambiano. In primis il rapporto di compressione, da cui dipende direttamente il rendimento, è salito da 18,3 a 20,3:1. Poi è aumentata la turbolenza dell'aria aspirata (swirl) per favorire una più rapida combustione e contestualmente sono cambiati gli iniettori. Il turbocompressore gira ora su cuscinetti a sfere per una risposta più rapida alle variazioni di carico motore.

Mercedes Actros L 1853, prima guida

Segni particolari. I gruppi di sovralimentazione, fabbricati dalla stessa Daimler, sono in realtà due: uno che serve le tarature inferiori, l'altro per il "nostro" 390 kW/530 CV. Il tutto abbinato a un freno a decompressione J-brake che nella sua più performante espressione arriva a garantire 425 kW di potenza rallentante. A valle del 6 cilindri troviamo un cambio solo apparentemente uguale al solito Powershift: l'automatizzato è qui in versione Advanced, più predittivo e veloce negli innesti. Al di là della cinematica, il camion si distingue da fuori per le nuove Mirrorcam ora più aderenti alla carrozzeria e i relativi schermi a più alta definizione. Il posto guida ribassato e una migliore insonorizzazione dell'L sono, invece, percepibili solo da chi sta dietro il volante.

Mercedes Actros L 1853, prima guida

Doti rinnovate. Chiaramente ce n'è di carne al fuoco per farsi venire la voglia di mettere le mani sul volante dell'Actros L. Noi l'abbiamo fatto in Germania, con un autoarticolato a 40 ton. Non per verificare i consumi (ci sarà tempo in Italia), ma per saggiarne le rinnovate doti. Che poi l'Actros, con tutti suoi Adas, sarebbe anche in grado di guidarsi quasi da sé, visto che è tuttora l'unico camion a livello 2 di guida autonoma. Adesso non solo ha l'ABA5 che avvisa in caso di ostacoli o pedoni in traiettoria, ma frena pure se si imposta una svolta potenzialmente pericolosa. In effetti la seduta ribassata rimedia in parte a quella sensazione di galleggiamento che la cabina a pavimento piatto (e necessariamente alto) ha sempre avuto in passato. Silenzioso questo Mercedes lo è senz'altro, quanto in più lo verificheremo presto con i nostri strumenti. 

Cambiata e mirrorcam. Ben percepibile, invece, la facilità di cambiata, che i tecnici indicano del 40% più rapida in certi passaggi marcia. Per il resto il motore sembra spingere con la consueta progressione, anche se per mettere alla prova tutti i 530 CV della potenza nominale ci vorrebbero strade e/o portate più impegnative di quelle percorse nei dintorni di Worth (D), la "culla" dove nascono tutti i camion Mercedes. In compenso, lungo il tratto non autostradale, nell'incrocio con altri veicoli pesanti, i 10 cm in meno di sporgenza delle Mirrorcam su ciascun lato fanno davvero comodo, permettendo passaggi meno ansiogeni per l'integrità delle telecamere; e la definizione dell'immagine risulta di gran lunga migliore che nella precedente edizione. Non cambiano tuttavia le dimensioni e la posizione dei monitor interni, con quello sul montate sinistro che alcuni driver giudicano troppo vicino per un'immediata messa a fuoco. Personalmente, però, non abbiamo avuto problemi.

Danilo Senna

Estratto del primo contatto pubblicato su tuttoTrasporti di luglio-agosto, n. 462.

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