Van & Pick-Up
Test COSI' GLAMOUR, COSI' VERSATILE
La prova del Transit Connect, che porta nei furgoni compatti un look dinamico e gli interni sfiziosi delle ultime Ford.E si carica facile.
Dimenticate l’austerità e il rigore delle forme del predecessore. Il nuovo Transit Connect si mette in pari con la più recente a agguerita concorrenza nel settore dei multispazio. Anzi, si dà arie da sportivo, con quel musetto dinamico e non troppo lungo, che regala spazio di carico senza essere ingombrante. Un bel mix, che ha contribuito alla vittoria del Connect nell’International Van of the Year 2014, attribuito da una giuria di giornalisti europei (per l’Italia c’è tuttoTrasporti). In questa prova vi spieghiamo perché. Ma, prima, i prezzi: i Diesel (tutti 1.6 TDCi) partono da 14mila euro; volendo spenderne un migliaio meno c’è l’interessante tre cilindri benzina 1.0 Ecoboost da 100 CV. Oltre all’ESP di serie, gli accessori più interessanti (panchetta biposto, paratia con botola passante, luce vano a led) sono tutti optional, ma è un’impostazione abbastanza comune fra i furgoni compatti in versione base; passando a quella un po’ più ricca, che nel caso del Transit Connect si chiama Trend, la situazione migliora.
L’economista
Il modello in prova è il Diesel di mezzo, da 95 CV; c’è anche in variante Econetic (15.750 euro), che comprende la presa d’aria del radiatore a geometria variabile (si apre solo se c’è davvero necessità di raffreddamento) e uno Stop&Start pronto e quasi inavvertibile nel riavviamento. Oltre ad altre dotazioni, tutte volte al risparmio, come l’indicatore di cambio marcia nel cruscotto. Un consiglio che si accetta volentieri, data la grande manovrabilità della leva. Le percorrenze, alla fine, ci guadagnano, risultando appena inferiori a quelle ottime del Renault Kangoo di pari potenza. Rispetto al 1.5 francese l’1.6 tedesco (frutto della collaborazione col gruppo Peugeot), ha un po’ più di verve in accelerazione, ma meno ripresa per via dei rapporti lunghi.
Inseriti nell’ambiente
Il parabrezza molto inclinato accentua la sensazione di spaziosità della parte alta dell’abitacolo. Viceversa, al livello della linea di cintura, la plancia si protende verso il posto guida, che risulta così quasi incastonato tra volante e consolle centrale. Tuttavia le possibilità di regolazione sono ampie. Il bel colpo d’occhio si scontra un po’ con la praticità: il complesso contorno della strumentazione finisce per limitarne la visibilità, e anche i display avrebbero potuto essere più grandi. Buona la visione dai retrovisori, con gli specchi entrambi dotati di grandangolo; peccato solo per l’eccessivo ingombro dei gusci. Complice la paratia intera, il confort acustico del Transit Connect risulta molto buono. Corretto pure l’assorbimento delle sospensioni, inferiore rispetto a quello del solito benchmark francese solo nei passaggi sui gradini più secchi. Una rigidità del tutto sopportabile che, oltretutto, ripaga con un’ottima stabilità in curva: il rollio resta sempre contenuto, nonostante il baricentro inevitabilmente alto (tipico di altri furgoni che hanno il pianale derivato, almeno in parte, da quello di un automobile).
Dalla parte del carico
Come già accennato, la lunghezza di carico (pur senza raggiungere il record del Fiat Doblò) sul Ford è soddisfacente, al di là della possibilità di “sforare” nell’abitacolo con la furba botola della paratia. Meno esaltante la larghezza, specie nella parte posteriore dove due coperture in plastica finiscono per allineare l’ampiezza utile a quella dei passaruota. La forma fortemente convessa della paratia ingombra parzialmente la porta laterale, ma non più di quanto accada sui concorrenti. Piuttosto è la soglia di carico posteriore a risultare un po’ sopra la media, anche per via delle ruote da 16” di serie su tutte le versioni; in compenso il paraurti sporgente fornisce una sorta di gradino intermedio che facilita la salita a bordo. La buona finitura del vano fa il paio con la grande flessibilità delle soluzioni di carico
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