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I nostri test
Primo contatto con il VW Multivan T7 - VIDEO

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Nuova piattaforma, dotazioni e spazi per l’MPV tedesco, meno casa e più auto.

Guidare può essere ancora un’esperienza unica, personale, intima. Viaggiare è un concetto più corale, conviviale. A questa ispirazione Volkswagen Veicoli Commerciali ha dedicato settant’anni di affinamento della formula del pulmino perfetto, dal quale sono nati straordinari veicoli per il tempo libero o per il trasporto di sei, sette o anche nove persone, coi nomi Minibus, Bulli, Caravelle, California, e naturalmente Multivan. Quel Multivan che, nato con la terza generazione, la T3, si trova adesso a essere per adesso l’unica incarnazione della settima serie, la T7.

Ibrido e poi diesel. Più slanciato, aperto verso l’esterno grazie alle ampie superfici vetrate, va da sé con  tutti i sistemi di sicurezza alla guida di serie o optional, connesso ed elettrificato. Ma elettrificato alla maniera di Volkswagen, che sui modelli nati sulla piattaforma MQB, come questo, prevede solo unità termiche o ibride. In questo caso il 4 cilindri 1.4 TSI a benzina abbinato a un elettrico per totali 218 CV, con batterie da 10,4 kWh, per un massimo di 50 km dichiarati di autonomia nella modalità esclusivamente elettrica. Determinato a conservare tutti i valori tecnologici del marchio, il Multivan T7 avrà dall’anno prossimo anche la scelta di un 4 cilindri turbodiesel 2.0 TDI da 150 CV (mentre non sono previsti per l’Italia i benzina da 136 e 204 CV) e ha di serie su tutti i modelli il cambio automatico a doppia frizione DSG, mentre chi vorrà la trazione integrale 4Motion dovrà rivolgersi alla generazione T6.1, che resta in produzione in tutte le varianti non previste dalla T7.

Launchmanagement

Solo sedili singoli. Quanto all’abitabilità, sono ancora previsti un massimo di 7 posti (il T6.1 proponeva in verità l’opzione di un ottavo sedile singolo sul passo lungo), adesso tutti su poltrone individuali: comprese quelle della terza fila, dove è stato abbandonato il divano. La disposizione ricalca gli schemi conducente+passeggero anteriore, 1 o 2 occupanti centrali e 2 o 3 posteriori, ma per orientare i due sedili intermedi fronte o contro marcia non ci sono più i supporti girevoli. Peraltro, il riposizionamento o l’asportazione sono più agevoli grazie a un sistema di fissaggio alle guide di scorrimento più pratico e al peso stesso dei sedili, sceso di qualche chilo.

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Come va. Al volante del Multivan Energetic, edizione di lancio con il 1.4 eHybrid in versione corta (lo sbalzo allungato non è previsto per l’Italia), la strada scorre veloce e in silenzio. In elettrico si sente solo il rotolamento dei pneumatici e gli interventi del motore a benzina sono comunque garbati, benché avvertibili. Altrettanto progressivo è il funzionamento del DSG, qui a 6 rapporti. Verificheremo con una prova dedicata l’efficienza dell’insieme propulsivo. Per il momento possiamo dire che non si sente la necessità di passare dalla modalità di guida Eco alla Sport (salvo quando si vuole incrementare il recupero di energia in frenata è il freno motore, per esempio nelle lunghe discese); caso mai alla Normal, quando si è a pieno carico. Si snaturerebbe un po’ il carattere del Multivan, che comunque può viaggiare ad andature molto sostenute nel totale relax degli occupanti e affronta i percorsi ricchi di curve rollando molto meno che in passato, seguendo con più precisione le traiettorie e facendo tutto con più disinvoltura. Merito anche del peso inferiore e del baricentro più basso.

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Guida distesa. Ci si muove un po’ meno isolati dall’ambiente circostante ma altrettanto coccolati. La lista delle personalizzazioni richiederebbe un capitolo a parte. Sempre di serie ci sono il sistema Front assist con riconoscimento di pedoni e ciclisti, il supporto alle manovre di scarto e alle alle svolte, il riconoscimento della segnaletica stradale, l’assistenza per il mantenimento della corsia Lane assist e il cruise control, otre al cruscotto digitale. Si può solo obiettare che il posto guida, alquanto disteso, s’è allontanato parecchio dal frontale e il controllo della situazione in manovra è affidato esclusivamente ai sensori, mentre il passo più lungo non sembra creare particolari impacci. Plancia e comandi riprendono i temi delle ultime berline VW, anche negli evidenti tentativi di realizzare economie nei materiali. Spazio a bordo ce n’è, anche perché i sedili si sono fatti, oltre che leggeri, anche più compatti. C’è, a richiesta, un grande tetto panoramico, ma sono sparite le tendine per i finestrini posteriori. Come detto se n’è andato anche il divano posteriore. Il Multivan, insomma, è evoluto diventando meno casa e più auto.

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California will return. A questo proposito, abbiamo affrontato più volte il tema dell’esistenza del T7 solo come Multivan e del ruolo del T6.1 a copertura delle funzioni Transporter e Caravelle. La sorte del California ha tenuto gli appassionati col fiato sospeso quanto quella di James Bond nell’ultimo film della saga 007, ma con un’ultimo aggiustamento di rotta (fatto non inedito nella genesi del T7, che ricordiamo sul numero di dicembre di tuttoTrasporti) la Volkswagen ha deciso che anche il camper, nel giro di un paio d’anni, risorgerà proprio con le sembianze del T7.

Raffaele Bonmezzadri

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