Quando la Ebusco si presentò al Bus Euro Test del 2016 lo fece con uno strano veicolo: evidentemente vissuto eppure poco maturo, oltre che marchiato in parecchie parti ancora Yutong (l'originario costruttore cinese). Loro spergiuravano di avere una fabbrica in Europa, ma pochi di noi ci avevano davvero creduto.

A onor del vero. Il risultato finale di quel test, il primo dedicato agli urbani alternativi (soprattutto elettrici) non fu ovviamente eclatante: messo al cospetto di Irizar, Mercedes, Solaris e Van Hool, l'Ebusco ne uscì un po'... ammaccato (in senso lato). Eppure i suoi dirigenti, peraltro presentatisi coerentemente a bordo di un'auto Tesla a batterie, ci dissero di essere contenti di aver partecipato. Più che lo spirito decoubertiano, a muovere questa dichiarazione fu la convinzione di aver imparato molto più da quella prova comparativa che non da anni di test privati. 

Ora ne abbiamo le prove. Hanno imparato danti quvvero gli olandesi se il modello 3.0 presensato un paio d'anni fa al Busworld saprà mantenere le promesse: tara incredibilmente leggera e autonomia da primato (575 km dichiarati). Intanto ci ha creduto Transdev Nederlands che ne ha ordinati ben 39, il primo grande tender per il neonato Ebusco realizzato in materiali compositi. I suoi predecessori 2.2 (peraltro celebrato anche da un modellino in scala) hanno comunque assommato un buon numero di consegne, fra le più recenti quelle in Danimarca, Belgio e Germania.

Danilo Senna