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I NOSTRI TEST
Mercedes-Benz Vito, nella mischia

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Mercedes-Benz Vito, nella mischia
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Con un nuovo motore e più cavalli, la versione a trazione anteriore rinnova la sfida ai più diffusi furgoni di taglia media sul loro stesso terreno. Tenendosi a 4mila euro di distanza dal pari potenza a ruote motrici posteriori.

A confronto con la carriera del più grande e conservatore Sprinter, il curriculum del Mercedes-Benz Vito appare costellato di puntate pionieristiche, qualche azzardo e più rare retromarce, che ne fanno uno dei maggiori innovatori del segmento medio e che hanno contribuito non poco a diversificare il panorama. Basti dire che il protagonista della prova, un furgone 114 CDI a trazione anteriore nella lunghezza intermedia fra le tre disponibili, è uno dei prodotti d’ingresso di una gamma che comprende modelli diesel a trazione posteriore o integrale, l’eVito elettrico sempre a ruote motrici anteriori, più livelli di peso e varianti furgone, Mixto per trasporto passeggeri/merci e Tourer. Quest’ultima, dedicata alla mobilità delle persone, è cresciuta nei contenuti al punto da lambire il territorio della Classe V e della sua controparte elettrica EQV, che nascono dalla stessa piattaforma e rappresentano la Mercedes nel settore delle auto monovolume grandi e di prestigio.

Fresco di modifiche. Il programma di modelli descritto è in parte il risultato degli aggiornamenti di poco meno di un anno fa, che sui Vito a trazione anteriore ha portato un nuovo motore di 1.749 anziché 1.590 cm3, sempre di produzione Renault. Rispetto all’unità precedente, entrambe le tarature disponibili hanno conosciuto un incremento di potenza, da 88 a 102 CV e da 115 ai 136 CV del Vito 114 CDI della prova. Quest’ultimo si trova così ad avere un alter ego fra i fratelli a trazione posteriore: l'"altro" 114 CDI ha un propulsore Mercedes di 1.950 cm3, dal valore di coppia identico – 330 Nm – espresso però a regimi più favorevoli: da 1.100 a 2.400 giri/min, contro i 1.750-2.500 giri/min del “nostro” 114 CDI. I due  modelli hanno la stessa scelta di formati di carrozzeria, lo stesso peso totale di 2.800 kg ed entrambi a richiesta possono arrivare a 3.050, ma solo al trazione posteriore è concessa un’ulteriore opzione a quota 3.200. Prezzi alla mano, il 114 CDI della prova costa di listino oltre 4mila euro, Iva esclusa, meno del fratello, rispetto al quale non può avere il cambio automatico e ha il regolatore di velocità solo a richiesta e senza la sua variante evoluta Distronic.

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Portata base. La differente impostazione meccanica fa guadagnare al 114 CDI da 2.800 kg della prova un’ottantina di chili in portata rispetto al corrispondente Vito a trazione posteriore, 790 invece di 710. Non precisamente valori di riferimento, considerato che gli altri furgoni medi a trazione anteriore,  partendo da un peso totale attorno ai 2.900 kg, ne offrono circa 1.000 di carico utile; peraltro, il 111 CDI della serie precedente, col “1.600” a trazione anteriore, arrivava a 944 kg. Va detto che, sulla bilancia del nostro Centro prove, il nuovo Vito è stato uno dei pochissimi modelli a evidenziare una tara inferiore a quella di omologazione, per una portata effettiva di 834 kg.

Danilo Senna

Estratto della prova pubblicata su tuttoTrasporti di febbraio 2021, n. 446.

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