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Maxus eDeliver 9, la nostra prova su strada


Maxus eDeliver 9, la nostra prova su strada
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Il più grande della gamma del marchio della cinese Saic Motor importato dal gruppo Koelliker. A suo agio nei centri storici, rispetto ai concorrenti europei fa più strada, ma con parecchie batterie. Il prezzo va di conseguenza

Settantamila euro per un furgone cinese possono sembrare un'enormità. Ma qui siamo di fronte a un elettrico, una specie che di per sé economica non è. Il Maxus eDeliver 9 si presenta, poi, con un pacco accumulatori da ben 75 kWh, opzione avvicinata tra i furgoni grandi solo dal Fiat E-Ducato che, però, così equipaggiato sfonda quota 80mila. Quindi, il Maxus non è nemmeno così caro, tant'è che nella versione a passo più corto e con 51,5 kWh di batterie il listino attacca a circa 57mila euro, ovvero qualche migliaia in meno di un Mercedes Sprinter (da 55 kWh). Viceversa si spinge fino alla versione con ben 88,5 kWh, capacità inarrivabile fra i van europei. Si può obiettare che un prodotto del Vecchio Continente universalmente riconosciuto offra garanzie diverse, ma l'eDeliver 9 mette sul piatto della bilancia una dotazione pressoché full optional: tutto incluso, tranne il pacchetto sicurezza avanzato (ACC, frenata automatica e controllo di corsia) e la vernice metallizzata. 

Nobili origini. Al di là dell'esibita somiglianza con il Ford Transit, il Maxus ha più di un legame con l'Europa, da che il gruppo Saic Motor di cui fa parte (uno dei maggiori costruttori automotive della Cina) ha rilevato le attività della LDV, nata da una costola della Leyland/DAF e passata fra infinite vicissitudini societarie (dalla Daewoo/GM alla russa GAZ) prima di quest'ultimo approdo. Peraltro, dell'eDeliver 9 - a differenza del più piccolo eDeliver 3 nativo elettrico - esisterebbe anche il modello a gasolio, a trazione anteriore o posteriore, che tuttavia l'importatore Koelliker ha deciso di non proporre, almeno per ora. Questa doppia natura per il più grande dei Maxus si riflette sulla struttura, dal cofano motore con qualche spazio non sfruttato, all'abitacolo con un accenno di tunnel per una trasmissione che  qui non c'è, al vano di carico con le soglie un po' rialzate per lasciar spazio alle batterie sottostanti.

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Medio-grande o grande-medio. Il furgone protagonista di queste pagine è il passo lungo da 11 metri cubi di capacità di carico, che potrebbero diventare 12,33 con il tetto più alto H3. Oltre l'eDeliver 9 non va, rinunciando a un posizionamento a cavallo dei segmenti che l'eDelver 3 gioca una taglia sotto, a metà strada fra compatti e medi. La portata effettiva sfiora i 900 kg che, tenuto conto del peso delle batterie, non sono nemmeno pochi. Ciò detto, la cinematica verte su un motore sincrono a magneti permanenti da 70 kW di potenza continua, che salgono a 150 di picco a cui corrispondono 310 Nm di coppia. Niente cambio, come consuetudine di quasi tutti gli elettrici, c'è solo un alla base dei montanti centrali, mentre sono otto i ganci al pavimento. Peccato non sia sfruttata la mansardina sopra all'abitacolo; in compenso l'illuminazione è a led. 

Danilo Senna

Estratto della prova pubblicata su tuttoTrasporti di aprile 2022, n. 459.

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